Crollano le assunzioni attivate dai datori di lavoro privati nei primi sei mesi del 2020 del -42% rispetto s allo stesso periodo del 2019. Solo nel mese di giugno la differenza tra i flussi di assunzioni e cessazioni negli ultimi 12 mesi ha raggiunto quota – 818mila.
I dati
È il quadro che emerge dai dati dell’Osservatorio del precariato dell’Inps che ha già visto una contrazione del saldo annualizzato nella seconda metà del 2019, divenuto negativo a febbraio (-28.000) fino a peggiorare con l’impatto negativo del Coronavirus sull’attività produttiva. A pesare infatti le restrizioni per limitare la diffusione del virus e il calo della produzione e dei consumi. Un calo che interessato varie tipologie di servizi e prodotti e che ha coinvolto anche tutte le tipologie contrattuali e ha riguardato «tutte le classi dimensionali e lo stesso dicasi per le tipologie orarie».
L’emergenza sanitaria non ha risparmiato i contratti a termine, anche loro già in flessione. «Il saldo dei rapporti a tempo determinato a giugno 2020 — si legge in una nota — è risultato pari a -582.000. Dati tendenziali significativamente negativi si registrano, sempre a fine giugno, pure per gli intermittenti (-103.000), i somministrati (-156.000) e gli stagionali (-232.000)». Nonostante una progressiva e costante riduzione rimane invece ancora positivo il saldo annualizzato dei rapporti di lavoro a tempo indeterminato e dell’apprendistato che si attestano rispettivamente al +232.000 e al +23.000. Nel primo semestre 2020 le trasformazioni da tempo determinato sono risultate 262.000, anch’esse in flessione rispetto allo stesso periodo del 2019 (-32%) ma i dati sottolineano che il numero elevato registrato nel 2019 è dovuto anche all’affetto delle modifiche normative dovute al “Decreto dignità”.
Di Emily Capozzucca per Corriere Della Sera