In 36 Paesi su 44 è difficile attrarre talenti qualificati
I veri talenti e le competenze adeguate per trovare un’occupazione di livello mancano sul mercato del lavoro. A livello globale la loro mancanza è raddoppiata nell’ultimo decennio secondo la nuova ricerca di ManpowerGroup, pubblicata in vista del World Economic Forum di Davos. Il 54% delle aziende segnala una carenza delle competenze e in 36 su 44 Paesi si riscontrano difficoltà nell’attirare talenti qualificati rispetto al 2018. Sono i datori di lavoro di Stati Uniti (69%), Messico (52%) Italia (47%) e Spagna (41%) a registrare le maggiori difficoltà nel trovare i lavoratori con le giuste competenze. La Ricerca “Closing the Skills Gap: What Workers Want” evidenzia cosa attragga le persone verso le aziende e cosa le faccia rimanere nell’organizzazione, permettendo alle imprese di trovare, consolidare e trattenere i migliori talenti. Se, da un lato, la Ricerca mette in luce che ciò che ricercano i lavoratori varia in base all’area geografica, al genere e alle diverse fasi dei cicli di carriera lavorativa; dall’altro lato si può riscontrare che sono di fondamentale importanza l’ambiente e gli orari in cui si lavora, il grado di benessere che deriva da programmi di conciliazione vita-lavoro offerti dall’azienda e percorsi di crescita professionale per il consolidamento delle competenze, insieme ad una forte leadership e ad un orientamento ai risultati. “In un mondo sempre più abilitato dalla tecnologia, le persone che hanno competenze sono molto richieste”, ha dichiarato Jonas Prising, presidente e ceo di ManpowerGroup. “ In vista dell’incontro annuale del World Economic Forum a Davos, abbiamo chiesto ai leader di orientare la loro domanda al nuovo approccio dei talenti. La creazione di valore per le aziende e gli azionisti deve essere accompagnata dal prendersi cura di dipendenti, clienti e comunità, è quindi fondamentale ascoltare la voce delle persone”.
Giovani: le donne guardano alla retribuzione, gli uomini alla carriera
La Ricerca “Closing the Skills Gap: What Workers Want” offre un quadro dei cambiamenti in corso nei bisogni dei lavoratori in base all’area geografica, al genere e alle diverse fasi dei cicli di carriera lavorativa: la generazione Z (18-24 anni): è composta da giovani ambiziosi, desiderosi di guadagno e di sviluppo di carriera, ma donne e uomini hanno desideri diversi. Le donne , rispetto alla priorità successiva, ovvero lo sviluppo delle competenze, mentre gli uomini affermano che le competenze e la carriera contano almeno quanto la retribuzione.
I millennials e la flessibilità
I millennials (25-34 anni) cominciano a ricercare la flessibilità e un lavoro stimolante; per le ragazze la flessibilità è fondamentale, perché cominciano a mettere su famiglia e ci tengono a dedicarsi ai figli, mentre gli uomini ne approvano l’utilità pur non reputandola strettamente necessaria.
Lavorare da casa
La Generazione X (35-44) è invece alla ricerca dell’equilibrio. Per uomini e donne la flessibilità è una priorità e desiderano la possibilità di lavorare a distanza, di poter usufruire della propria quota di congedo parentale e una flessibilità di inizio e fine giornata lavorativa.
La squadra, lo stipendio e i desideri
I cosiddetti boomers (età 55-64 e 65+): sono guidati nelle scelte lavorative dalla retribuzione, dal lavoro stimolante e dalla flessibilità, sebbene attribuiscano la massima priorità alla leadership e al team. I lavoratori in età avanzata vogliono lasciare il proprio contributo alla comunità: gli over 65 sono i più motivati dall’orientamento ai risultati.
di Irene consigliere – Corriere della Sera