«Factfulness» rappresenta un approccio collaudato e metodologicamente fondato necessario per aumentare il nostro grado di consapevolezza rispetto al fatto che nel mondo le cose vanno meglio di come potrebbe sembrare
Factfulness non è semplicemente il titolo del libro-testamento acclamato dalla critica come uno dei saggi più significativi del nostro tempo e scritto dal medico e accademico svedese Hans Rosling insieme al figlio Ola e alla nuora Anna, con l’intento di arginare la visione sistematicamente distorta che abbiamo del mondo in cui viviamo. Factfulness è molto di più: rappresenta un approccio collaudato e metodologicamente fondato necessario per aumentare il nostro grado di consapevolezza rispetto al fatto che nel mondo le cose vanno meglio di come potrebbe sembrare e che i trend riguardanti alcuni grandi fenomeni come il benessere, l’istruzione, la salute, la sicurezza sono positivi e in continuo miglioramento. In altri termini: quello che le persone che se ne occupano stanno facendo sta producendo dei risultati.
Le risposte fornite negli ultimi anni dalle migliaia di persone di paesi diversi a cui Rosling ha sottoposto un questionario di 13 domande hanno rivelato che non solo non ne siamo consapevoli ma che, in virtù di alcuni istinti tipicamente umani, tendiamo ad avere una visione sistematicamente distorta della realtà. Se i 10 istinti di cui parla Rosling si riverberano in modo sistematicamente negativo sulla nostra percezione della realtà globale, allora forse lo fanno anche rispetto alla percezione che abbiamo di noi stessi e dell’efficacia della nostra azione quotidiana.
E allora Factfulness non è solo un libro che corrisponde ad un approccio, ma può diventare anche un manuale di autoconsapevolezza e dunque di automiglioramento. Per rendere questa attitudine al miglioramento di sé immediatamente praticabile, ad alcuni dei 10 istinti che Rosling analizza faremo corrispondere la distorsione percettiva (bias) che ne consegue e una domanda per disinnescarla.
1) Negatività
Tendiamo a ricordare con maggiore facilità gli eventi negativi che ci hanno riguardato (insuccessi, delusioni, fallimenti). Al contrario, le buone notizie non fanno notizia e allora passano inosservate.
Pensando agli ultimi 3/6 mesi, quali sono stati i 5 piccoli o grandi fatti positivi che vi sono accaduti?
2) Linea retta
Siamo abituati a pensare che il nostro percorso di vita e di carriera sia lineare, magari in crescita, ma pur sempre con una dinamica lineare, ovvero ogni giorno impariamo qualcosa di nuovo e miglioriamo progressivamente, ma sempre e solo in una logica prevedibilmente incrementale.
Quale è stata l’ultima cosa positiva che avete fatto e che ha rappresentato una sostanziale discontinuità con la vostra storia personale e professionale?
3) Paura
Sembra quasi superfluo ricordare come la paura dell’insuccesso e del fallimento possa impedirci di correre qualche rischio in più. Allora mi limito a chiedervi:
Quando è stata l’ultima volta in cui avete fatto qualcosa che, col senno di poi, vi è sembrata azzardata? E perché avete deciso di farla comunque?
4) Destino
La nostra mente registra molto facilmente, attraverso i sensi, i cambiamenti evidenti che si verificano in noi o intorno a noi. Fa decisamente più fatica nel cogliere invece la nostra evoluzione graduale. Diventiamo ogni giorno un po’ più abili nel cavarcela nella vita privata e professionale, ma magari non ce ne rendiamo conto.
Qual è quell’abilità che potete serenamente dire di avere sviluppato in anni di pratica ma di cui ancora non vi rendete pienamente conto?
5) Prospettiva singola
Il mestiere che facciamo o quello di cui ci occupiamo ci inducono a soffrire della cosiddetta «deformazione professionale». In altri termini tendiamo ad affrontare tutto secondo la specifica prospettiva che il nostro mestiere o la nostra competenza ci ha imposto.
Avete mai provato a partire dal presupposto che, anche se non siete minimamente d’accordo, il vostro interlocutore potrebbe avere ragione e che la soluzione proposta potrebbe funzionare?
6) Accusa
Di poche cose possiamo essere certi nella vita. Eccone una: la ricerca di un colpevole, di fronte a un fatto negativo che ci riguarda, trova sempre una risposta. Questo ci aiuterà a evitare il ripetersi dell’evento negativo? No.
Pensando all’ultima cosa spiacevole che vi è capitata, cosa avreste potuto fare voi per evitarla?
Rispondendo alle domande proposte è molto probabile che abbiate riconsiderato positivamente alcune vostre abilità o la vostra storia recente o la potenzialità rappresentata dalla vostra propensione a essere sempre più propositivi ed efficaci nel quotidiano. A questo punto è importante sottolineare una cosa: non si tratta di essere ciecamente ottimisti su sé stessi e sulla propria vita ma, con un termine di Rosling, si tratta di essere “possibilisti”. Se le risposte alle domande vi hanno rincuorato, vuol dire che quello che quotidianamente fate funziona e che potete continuare in quella direzione. Da “possibilisti”, se vedete i miglioramenti ne ricaverete la speranza e la convinzione che ulteriori miglioramenti siano possibili.
Gianluca Rizzi Partner di Newton SpA