Nel prossimo quinquennio il fabbisogno di laureati da parte dell’intero sistema economico nazionale dovrebbe essere compreso tra 958.800 e 1.013.400 unità, per una media annua che potrà variare tra 191.800 e 202.700 unità. La quota maggiore (23% del totale) riguarderà i laureati dell’area economico-sociale, con un valore assoluto che sarà compreso tra 218.000 e 232.000 unità, di cui 158.000/169.000 del gruppo economico-statistico e 60.000/63.000 del gruppo politico-sociale. Non molto inferiore sarà il fabbisogno di laureati dell’area umanistica, per cui si prevede un numero di occupati tra 208.000 e 221.000 unità, per una quota del 22%; fanno parte di questa area disciplinare i laureati dei gruppi insegnamento (86.000/90.000), letterario (56.000/60.000), linguistico (34.000/37.000), psicologico (26.000/27.000) e scienze motorie (6.000/7.000). In terza posizione figurano i 182.000/196.000 laureati dell’area ingegneria-architettura (di cui 127.000/136.000 laureati in ingegneria, ai quali si aggiungono i 56.000/59.000 di architettura), con una quota attorno al 19%, seguita da quelli dell’area medico-sanitaria (con una quota del 17-18% e compresi tra 171.000 e 176.000 unità). È infine decisamente inferiore il fabbisogno dei laureati delle ultime due aree disciplinari: tra 69.000 e 74.000 quelli dell’area scientifica (pari al 7% del totale), tra 98.000 e 103.000 quelli dell’area giuridica. Per l’area scientifica, il fabbisogno riguarderà 29.000/31.000 laureati del gruppo scientifico-matematico-fisico, 25.000/27.000 di quello chimico-farmaceutico e 15.000/17.000 di quello geo-biologico.
Fonte Corriere della Sera