Tutti – indipendentemente dal ruolo in azienda, dagli anni di esperienza e dall’età – abbiamo bisogno di formazione e informazione. Il mondo sta cambiando velocemente e bisogna restare al passo con i tempi
Da “Il Sole 24 Ore” del 16 luglio 2019, di Francesca Contardi
Mi è capitato di sentire, recentemente, che l’era dei Millennials è in declino. Come mai? Il primo motivo, penso, è legato al fatto che non sono più così giovani anagraficamente e, in secondo luogo, forse perché abbiamo parlato di questo fenomeno ovunque e, per certi versi, lo abbiamo anche sovra-stimato. Li abbiamo analizzati e sezionati. Di loro consociamo vita, valori, abitudini, pregi e difetti. Forse conosciamo meglio loro di qualsiasi altra fascia della popolazione aziendale.
I Millennials, dobbiamo ammetterlo, hanno avuto il grande merito di costringere le aziende a riflettere sui propri modelli organizzativi e a cambiare. Probabilmente, però, le imprese avrebbero dovuto cambiare comunque, indipendentemente dai Millennials. Ultimamente si parla tanto di smart working, ma in fondo già tutti lo facciamo. Si lavora con lo smartphone sui mezzi di trasporto, mentre si partecipa a un evento o magari anche a pranzo.
Ma per fare questo, non c’era alcun bisogno di Millennials: la tecnologia ha cambiato radicalmente tutte le nostre abitudini, personali e professionali. Internet ha ampliato notevolmente le opportunità di lavoro e ha reso tutti noi più facilmente raggiungibili. Il lavoro, quindi, è sempre meno legato ad un posto fisico e, per certi versi, meno stabile. Ma è un concetto che vale per tutti, non solo per chi è nato dopo il 1980, che è stato erroneamente associato al concetto di “poca stabilità lavorativa”.
In uno scenario di questo tipo, è evidente che tutti – indipendentemente dal ruolo in azienda, dagli anni di esperienza e dall’età – abbiamo bisogno di formazione e informazione. Il mondo sta cambiando velocemente e bisogna restare al passo con i tempi. Certamente chi esce dalle università ha ancora voglia di imparare e di mettersi i gioco con l’apprendimento. Ma per gli altri che vivono nelle aziende versione 4.0 è un obbligo per non essere messi da parte.
Molte aziende, soprattutto del settore dei beni di largo consumo, si sono rese conto, poi, che i Millennials non hanno poi così tanti soldi da spendere e quindi hanno iniziato ad orientare le loro campagne commerciali verso chi, oggi, ha 50, 60 e 70 anni. Possiamo quindi iniziare ad affermare che i New Millennials sono gli over 50?