Le aziende non riescono a reperire personale con specifiche competenze. E le maggiori difficoltà vengono riscontrare nelle unità di minore dimensione. A metterlo nero su bianco è un report realizzato dall’Ufficio studi di PwC Italia. Nello specifico a fine 2021 il problema riguardava più del 76% delle unità nel settore delle costruzioni, il 66,4% in quello dell’industria, il 55% delle imprese del commercio e il 66,3% di quelle degli altri servizi. Secondo i dati Istat di febbraio 2022 ad essere maggiormente in affanno sono le micro e piccole imprese, dove le prime non riescono a trovare i profili giusti nel 63,9% dei casi, mentre le seconde nel 66,7% dei casi. Inferiori le percentuali delle imprese medie (58,2%) e grandi (50,1%).
Scendendo nei dettagli, l’identificazione di figure perfettamente aderenti all’incarico risulta particolarmente complessa. Stando alle rilevazioni Excelsior – Unioncamere, si riscontrano difficoltà nel 58,4% dei casi per gli operai specializzati, nel 48% per le professioni tecniche, nel 44,5% per dirigenti e professori intellettuali, scientifiche e con elevata specializzazione e nel 44,7% dei casi per conduttori di impianti e operai di macchinari.
Tra i profili mancanti vengono indicati con più frequenza quelli relativi alla logistica e produzione, segnalati soprattutto da imprese di medie e grandi dimensioni. Anche i profili relativi alle funzioni tecnico-ingegneristiche di supporto alla produzionesono indicati soprattutto dalle medie e grandi imprese mentre tra le micro risultano relativamente più frequenti difficoltà nel reperire risorse nell’ambito dell’area organizzativo-gestionale e nelle vendite, marketing e comunicazione.
Non sorprende quindi che, stando ai dati Istat, sei imprese su dieci prevedano investimenti in capitale umano e formazione (il 49,9% con intensità modesta mentre la restante quota con alta intensità). In particolare, il 42,3% degli investimenti saranno diretti verso la tecnologia e la digitalizzazione, quota caratterizzata da una forte eterogeneità a livello dimensionale: la percentuale sale al 82,8% nelle imprese di grandi dimensioni contro 36,8% nelle realtà più ridotte. Inoltre, le imprese mostrano una crescente consapevolezza sui rischi della digitalizzazione e dedicano molta attenzione alla sicurezza, in termini di prevenzione di attacchi ed eventuali azioni di recupero dei dati (il 43,1% lo considera molto importante o cruciale). Similmente, si diffondono tra le imprese pacchetti software per la gestione aziendale resi ancora più efficaci dalle opportunità di collegamento in rete all’interno e all’esterno dell’impresa (43,2%).