Via al mobility manager nelle città sopra i 50 mila abitanti e nelle imprese con più di 100 addetti. «Questa settimana — dice il ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini — spero sarà approvato da me e dal ministro Cingolani (Transizione ecologica) il decreto che rende obbligatorio il mobility manager». Il provvedimento è atteso da un anno, in quanto previsto dal decreto legge Rilancio.
Chi dovrà averlo
Per «favorire il decongestionamento del traffico nelle aree urbane mediante la riduzione dell’uso del mezzo di trasporto privato», dice la legge, le imprese e le pubbliche amministrazioni con più di 100 dipendenti ubicate nei comuni con più di 50 mila abitanti devono adottare, entro il 31 dicembre di ogni anno, un piano degli spostamenti casa-lavoro del proprio personale, e nominare «un mobility manager con funzioni di supporto professionale alle attività di decisione, pianificazione, programmazione, gestione e promozione di soluzioni ottimali». «Occorre distribuire gli orari di lavoro e delle scuole», spiega Giovannini. Al mobility manager «spetterà anche di capire come spalmare lo smart working lungo la settimana», per evitare, per esempio, che tutti lavorino da remoto «il venerdì, creando un intasamento negli altri giorni».
Nessuna sanzione
Al momento non dovrebbero essere previste sanzioni ma è chiaro che se le grandi aziende, le grandi assicurazioni e i gruppi bancari delle città e le pubbliche amministrazioni collaborano con l’assessorato ai trasporti, il progetto può funzionare. Una buona amministrazione dovrebbe studiare degli incentivi, ad esempio sul prezzo dei trasporti per renderne conveniente l’uso nelle fasce generalmente meno affollate. Si potrebbe poi studiare una scontistica per i pensionati. L’obiettivo è costruire una rete di interlocutori nelle aziende e nelle pubbliche amministrazioni a partire dalle politiche di trasporto locale.
di Enrico Marro “Corriere della Sera”